domenica 18 dicembre 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 38. IL CARTAMODELLO DELLA MANICA DELLA CAMICIA CLASSICA

Costruzione manica camicia classica:
- tracciare una semiretta verticale con origine in A - riportare dal punto A la misura AB ottenuta dai 2/3 della misura AB1 del cartamodello della camicia classica (compresi centimetri abbassamento livello ascellare) diminuiti di 1.5 cm - tracciare una linea perpendicolare ad AB passante per B - riportare sull’orizzontale dal punto B verso sinistra la misura AB della manica aumentata di 7,5 cm punto C; mentre verso destra la stessa misura aumentata di 7 cm, punto D - determinare i punti A1 e A2 sulla perpendicolare ad AB per A, il primo a distanza da A verso destra uguale a 2 cm aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità ed il secondo verso sinistra uguale a 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità (nell’esempio grado di vestibilità 2: AA1= 2,5 cm AA2= 0,5 cm - unire C con A2 e D con A1 - individuare il punto E a 2/3 di A2C, il punto F a metà di A2E e il punto G a metà di CE - individuare il punto F1 ed il punto G1 sui due tratti, uscenti da F e G, perpendicolari ad A2C a distanza rispettivamente di 1,5 cm e 1 cm da questi - individuare il punto H a 2/3 di A1D, il punto I a metà di H1A e il punto L a metà DH - individuare il punto I1 e il punto L1 sui due tratti uscenti da I e L e perpendicolari ad A1D a distanza rispettivamente di 1 cm e 0,5 cm da questi Con l’unione dei punti A I1 H L1 e D si delinea il profilo della cuffia della parte posteriore della manica, mentre, unendo i punti A2 F1 E G1 e C si ottiene la delineazione della stessa nella parte anteriore La buona riuscita della caduta della manica dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione di questo colmo manica e dalla perfetta coincidenza, in fase di confezione, del punto A con il trattino (M3) di riferimento individuato sul grafico della camcia. Per completare il cartamodello occorre: - prolungare la linea AB e riportare la misura AM pari alla lunghezza manica diminuita della misura dell’altezza del polsino e aumentata di 2/3 cm per una leggera blusatura - tracciare dai punti C e D due perpendicolari alla linea CD che incontrano la retta orizzontale, passante per il punto M, rispettivamente nei punti N e O - scartare, distribuendola metà per parte sugli estremi della linea NO, la differenza tra la misura NO e la larghezza fondo manica desiderata (inclusa l’eccedenza destinata a formare l’arricciatura) ottenendo i punti N1 e O1 - unire il punto C con N1 e il punto D con O1 - prolungare la linea AM di 1 cm, punto M1 e ridelineare la linea fondo manica come mostrato dal grafico 3. In fase di confezione l’entità del fondo manica verrà raccolta da una filmina e riportata alla misura del polsino - tracciare da O1 ad 1/3 del segmento N1O1 una linea PP1 perpendicolarmente a N1O1. La lunghezza di tale linea su cui si inserirà il fessino varierà in base al modello (nell’esempio 8 cm) Per la costruzione del polsino le misure standard sono - altezza 5/6 cm - larghezza 21 cm Servono una parte superiore, una inferiore e l’indeformabile

lunedì 12 dicembre 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 37.LA CAMICIA

Stiamo imparando a realizzare il cartamodello della camicia per questo ho raccolto qualche immagine dalle ultime sfilate Autunno/Inverno 2011-2012.

Paul Smith
Fendi
Erinfetherston
Dondup
Carven
Carolina Charles
Araks
Aigner Se andate sul sito http://www.vogue.it/sfilate c'è la possibilità di usare uno zoom e guardare tutti i dettagli da vicino.

sabato 12 novembre 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 36 seconda parte. IL CARTAMODELLO DELLA CAMICIA CASUAL

Oggi vediamo come si costruisce il cartamodello della camicia casual.
Come modello base di partenza si prende il corpino lento e si prolunga fino alla lunghezza desiderata. Il cartamodello è simetrico sia sul dietro che sul davanti e bisogna calcolare 2 gradi di vestibilità (lezione n.15). Anche qui la cucitura spalla si posta sul davanti, ma un pò di più rispetto alla camicia classica e si crea il carrè posteriore, dobbiamo abbassare il giro ascellare e dobbiamo far scendere la spalla. Il collo è separato con solino , la manica è lunga e a giro, con piegoline trattenute dal polsino e fessino. L'allacciatura è a cannoncino con 6 bottoni di 1 cm sul centro davanti + due bottoni sui polsini. Sul davanti abbiamo due tasche applicate, rettangolari, con aletta. Nel colletto e nei polsini va inserito un rinforzo.
Il giro ascellare va abbassto di più rispetto alla camicia classica: BB1 = 4 cm Occorre dare maggiore ampiezza sulla linea torace, suddividendo equamente tra le parti anteriore e posteriore (circa 4 cm sul dietro per ogni lato e circa 3 cm sul davanti per ogni lato). Anche lo spostamento della cucitura sulla spalla è maggiore rispetto alla camicia classica: N1X = 2,5 cm perpendicolare a N1J JY = 5 cm perpendicolare a N1J OX1 = 2,5 cm perpendicolare a OJ1 J1Y1 = 5 cm perpendicolare a OJ1 La spalla si abbassa: M2J = PJ = 6 cm La doppia mostrina in fase di confezione verrà cucita lungo la linea del sormonto 1-2 e rivoltata all'esterno per ottenere l'effetto cannoncino sull'abbottonatura. Per la delineazione del giro ascellare: H3-H5 = M2J = 6 cm P4P5 = PJ1 - 1 cm = 5 cm Per la costruzione del colletto (lezione n.27) per la costruzione della manica, arriva con il prossimo post !!

domenica 6 novembre 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 36. IL CARTAMODELLO DELLA CAMICIA CLASSICA

Ciao a tutte e tutti.. Voglio prima di tutto scusarmi per la mia incostanza. Inizialmente il corso di cucito doveva svilupparsi con due post al mese, ma ultimamente non riesco nemmeno a postarne uno solo. Mi dispiace molto, ma sono un pò presa da mille cose e il tempo è sempre troppo poco per voler fare tutto quello che vorrei... Ora andiamo a vedere come si realizza la camicia, classica e casual. Dopo di che io farei una pausa cartamodelli, parlerei un pò di altre cose ugualmente interessanti e anzi molto importanti per capire come lavorare nelle fasi seguenti, come il taglio e la confezione; il cartamodello dei pantaloni lo prendiamo in mano un pò più avanti.

CARTAMODELLO del CORPETTO della CAMICIA CLASSICA

Si lavora modificando il cartamodello base del corpino lento ( lezione n.32 ), innanzitutto allungandolo, poi spostando in avanti la cucitura spalla e mettendo un piegone sul centro dietro ( vedi la lezione di approfondimento sulle pieghe, post 28.maggio.2010 ), abbassando il giro manica, unendo alla scollatura un colletto con solino separato ( lezione n.27 ) e facendo una doppia mostrina sull'abbottonatura .
Abbottonatura: 7 bottoni di 1 cm sul centro davanti + 2 bottoni sui polsini
Il cartamodello è simmetrico sia sul davanti che sul dietro. Nel collo e nei polsini va inserito un rinforzo. Bisogna calcolare due gradi di vestibilità ( lezione n.15 ).

Per lo spostamento della cucitura spalla verso la parte anteriore:
N1X = 1cm perpendicolare a N1M2
M2Y = 2cm perpendicolare a N1M2
OX1 = 1cm perpendicolare a OP
PY1 = 2 cm perpendicolare a OP
A differenza delle abbottonature sulle gonne, nella camicia si realizza una doppia mostrina (linea XYX1) per conferire maggiore rinforzo alla aprte sormontata.
Quando si abbassa il giro manica ( circa 2 cm ), ricordarsi poi di lavorare su tutti il giro ascellare, dandogli una maggiore larghezza, calcolando 1/3 della misura che abbiamo abbassato, al fine di favorire un comodo movimento del braccio. E ricordarsi anche che quello che si toglie sul corpetto va poi aggiunto sulla manica, il quale cartamodello lo vedremo nella prossima lezione.

sabato 24 settembre 2011

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 41. BREVE STORIA DELLA CAMICIA

Il nostro corso di cucito è arrivato all’argomento CAMICIA… ma prima di vedere come si realizza il cartamodello base, mi piacerebbe scrivere qualche riga sulla sua storia, dal momento che è un capo d’abbigliamento assai antico e importante, molto usato e ricco di diversi significati e ruoli.
E’ da circa dodici secoli che l’uomo indossa la camicia. E’ stata simbolo di nobiltà e usata per sottolineare le differenze di classe. Oppure dono galante, le fanciulle ricamavano la camicia che avrebbero donato al loro sposo come regalo di nozze o anche, nel periodo rinascimentale, i cavalieri partecipavano ai tornei indossando sulla corazza una camicia data loro dalla propria dama. Al termine veniva restituita quale messaggio d’amore, se indossata dal vincitore, quale messaggio di morte, se macchiata di sangue dello sconfitto. Purtroppo in alcuni casi è stata strumento di sofferenza, come durante la caccia alle streghe, in cui fu in voga la camicia ardente che, intrisa di zolfo, veniva fatta indossare ai condannati al rogo. Pensiamo anche ad oggi e alla camicia di forza. Negli ultimi centocinquanta anni ha anche assunto significato politico: possiamo ricordare le camicie rosse dei garibaldini, o quelle nere mussoliniane o brune naziste. Non possiamo dimenticare il movimento dei descamisados sudamericani, che si chiamano così per sottolineare la loro disperata mancanza di tutto, anche di una basilare camicia.
L’antenata della camicia che tutti noi conosciamo è la tunica romana di lino (Interula), nel suo colore naturale, che appare a Roma nei primi anni del III secolo d.C. Era un indumento ampio lungo sino a metà coscia con maniche larghe che arrivavano fino ai polsi, fermata da una cintura in vita, che si indossava direttamente sulla pelle. Alla fine del VIII secolo i crociati importarono dall’oriente il Camis, che veniva indossato dai persiani, con le maniche tagliate separatamente e cucite al corpo nei due spacchi verticali, che diverrà la struttura definitiva della camicia. Un rinnovamento decisivo, anche nell’uso dei tessuti, lo incontriamo solo dal XII secolo. Oltre al lino, dal più pesante a quello sottilissimo quasi trasparente, si inizia ad utilizzare il cotone leggero. I modelli sono privi di abbottonatura, con ampie increspature sulle spalle, mentre gli orli dei polsi e delle scollature vengono meglio rifiniti. Con la crescente agiatezza la camicia aumenta la sua presenza nei corredi personali e si impreziosisce nella struttura e negli ornamenti. Si utilizzano tessuti sempre più fini e il bordo delle maniche e lo scollo, allacciati da cordoncini o nastri di tessuto, si ornano di fregi e ricami. Le forme cominciano a differenziarsi nei vari paesi. Siamo nel XIV secolo e le camicie assumono una funzione estetica sempre più rilevante ed alcune città italiane diventano famose per la confezione di modelli di rara bellezza. Le novità della seconda metà del Cinquecento si rivolgono soprattutto al colletto. Intorno allo scollo compaiono piccole arricciature che assomigliano a leggeri volant o collettini piatti che i francesi definiscono “a l’italienne”, colletto usato soprattutto dagli uomini di affari e dagli addetti alle cariche pubbliche. Nelle grandi cerimonie, in Italia, il colletto prende il nome di “lattuga”, confezionata in tela di lino, rifinita con pizzi o punte a merletto. A metà del XVI secolo il colletto a striscia verticale si trasforma in collo rovesciato a bavero e infine nella “gorgiera” che diviene subito il nuovo simbolo della più raffinata signorilità.
La gorgiera è ampia a cannoli rigidi assume la forma di una ruota e richiede l’impegno di molti metri di tessuto. Nasce in Italia. E’ un colletto così importante che si stacca presto dallo scollo della camicia per diventare elemento a parte. In Germania per mantenerla ancora più rigida veniva inamidata e gli infilavano nel bordo esterno un filo di ferro nascosto da un cordoncino di seta. Nasce così un nuovo mestiere, quello delle stiratrici-inamidatrici, mentre gli argentieri allungavano i manici dei cucchiai per mettere alle persone che la indossavano di mangiare. In realtà, essendo così esageramene ingombrante, veniva usata solo nelle occasioni di parata e nei ritratti ufficiali.
Intorno al 1620 entra nell’uso comune un colletto piatto, con punte squadrate, foderato in taffettà, rifinito con pizzi italiani, francesi o fiamminghi, rialzato sa un sottile filo di metallo. Si affermano modelli più semplici, più adatti alla vita di tutti i giorni, in città ma anche in campagna. Ha inizio così l’età barocca, con le sue parrucche e la “collaretta”. La camicia è in questo periodo impeccabile nel suo candore e nella stiratura, morbida nei tessuti e voluttuosa negli ornamenti. Nella primavera del 1600 i cambiamenti più rilevanti avvengono nel campo della lavorazione, dove si inzia a lavorare con i più svariati punti di cucitura ad ago: spilatura, mezza arca, scherzo, rizzo, arca, sole. Anche i ricami diventano sempre più di moda e si eseguono ornati di punto spagnolo, trovato, africo, tondo, ombrato, cartiglio. Intorno al 1630 nasce il vestito maschile, composto dai calzoni alla spagnola, gonfi di pieghe, stretti al ginocchio da nastri e coccarde e chiusi di fianco ad una lunga bottoniera, dal giubbone e dalla casacca. Continuando nella sua evoluzione, verso la metà del XVII secolo, il collo comincia a perdere d’importanza, spostandosi in avanti e cadendo in due lunghi baveri ornati con pizzo. E’ il collo “a rabat”. A questo punto ha inizio una spietata concorrenza tra Italia e Francia nel campo dei ricami. Nel 1669 il ministro francese Corbet fa arrivare segretamente a Parigi un gruppo di merlettaie veneziane e nasce il “punto di Francia” ed è subito un successo. Nel frattempo il Senato Veneto cerca di contrastare il trasferimento delle merlettaie in un paese straniero. Si ordina alle stesse di tornare in patria promettendo loro il perdono, si improgiano i parenti, si incaricano emissari persino di ucciderle, ma nonostante tutto non riuscirono ad ottenere il risultato prefisso.
Per chi volesse saperne di più di merletti e trine può guardare questo sito e fare un giro nel museo virtuale delle arti tessili. http://www.museocaprai.it/ita/index.php
La Francia inizia quindi ben presto ad esportare in tutta Europa i più bei pizzi per camicie e la moda francese stabilisce i canoni dell’eleganza sia in campo femminile che maschile. La moda di questi anni si arricchisce delle famose sete di Lione, broccati dai toni delicati, fioriti e arabescati, mentre le maniche della camicia, grazie a ricchi manichetti di pizzo applicati ai polsi, si allungano sempre di più. La passione per pizzi e trine primeggia fino alla rivoluzione francese. Il gusto per questo ricercatissimo ornamento coinvolse anche gli uomini più sobri come gli austeri magistrati che non poterono rinunciare a questa debolezza. Intanto appare la cravatta che modifica il colletto.
Da quando la camicia è comparsa nella storia dell’abbigliamento, anche il galateo l’ha sempre accompagnata, stabilendo il suo uso a seconda delle diversificazioni sociali, ambientali e soprattutto igieniche. La pulizia corporale era tenuta in scarsa considerazione e la camicia, che sembrava nata per proteggere la pelle, in realtà per lungo tempo ha protetto le vesti dalla sudicia pelle di un corpo mal lavato. I racconti del 400 testimoniano l’abitudine di cambiare una volta la settimana la camicia nonostante trascorressero mesi fra un lavaggio accurato del corpo e l’altro. E così le camicie, ricche, ricamate e ingioiellate, divennero anche profumatissime. Nel 700 il galateo prescrive che esse siano bianche, morbide, fresche. Nascono così le prime lavanderie che importarono dall’oriente la tecnica del bucato a vapore. Contemporaneamente all’affermarsi della cravatta, il gilet va chiudendosi abbottonato sul petto ed i polsini si ridimensionano in brevi volant. Dopo il 1750 lo sfarzoso abito alla francese viene rilegato alle grandi occasioni ed è la moda inglese che comincia ad interessare gli uomini. La vita di città è divenuta più dinamica e comporta abiti più comodi, anche se ancora ricercati nei tessuti e nei colori. Mentre sulle riviste di moda l’attenzione si concentra sui particolari, la Rivoluzione Francese spazza via ciprie, ornamenti e parrucche e per le vie di Parigi scorrazzano i “sanculotti” http://it.wikipedia.org/wiki/Sanculotti con indosso sotto il gilet una semplice camicia di cotone con il collo a bavero senza cravatta ne ornamenti.
Si assiste ad una trasformazione radicale della moda maschile. L’abito di gala viene messo da parte. Niente più fronzoli, il nuovo frac diviene stretto e con il panciotto dall’abbottonatura alta. La camicia ritorna così ad essere un semplice capo di biancheria da esibire senza ostentazione, giusto ai polsi e al collo. Le sartorie ma anche l’industria delle confezioni, verso la seconda metà del secolo, iniziano ad offrire soluzioni sempre più funzionali per i ritmi della vita cittadina. La camicia di tutti i giorni presenta il “solino”, un colletto staccabile basso e con le punte arrotondate, rigido perché inamidato e facilmente sostituibile. Anche i polsi ben presto divennero sostituibili. Finalmente verso la fine dell’Ottocento la camicia abbandona il tradizionale candore bianco e si tinge delle prime sfumature di colore. Sotto la giacchetta di linea dritta fa capolino una camicia di flanella a piccoli disegni colorati che vanno dall’avorio alle tenui tinte pastello: i gialli, gli azzurri chiari, i verdi pallidi, i rosa teneri. Nel nuovo secolo la camicia tradizionale, candida e inamidata, con colletti alti e polsi rovesciati chiusi da preziosi gemelli, resiste sotto il frac nelle occasioni mondane, mentre nel vestiario usato in villeggiatura o nelle attività sportive si impone un modello che offre maggiore comfort e disinvoltura salvando nello stesso tempo il bon ton. Così la moda scopre colletti morbidi per camicie in flanella rigate o quadrettate adatte all’alpinismo o di jersey si cotone o lana per la vela ed il canottaggio. Da questo momento in poi la camicia non si può più considerare come un semplice accessorio del vestito maschile ma, con il moltiplicarsi dei modelli, dei colori e dei particolari, diviene autonoma e si libera ben presto dall’uso della giacca.

venerdì 26 agosto 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 34. MANICHE. alcune trasformazioni

Fino ad oggi abbiamo visto come si realizza il cartamodello della camicia base. Si costruisce sempre una manica lunga, se si vuole ottenere una manica corta, basta riportare sul prolungamento di AB la lunghezza desiderata.
Molte sono le varianti possibili nella realizzazione di una manica, nessun limite alla fantasia se non la necessità di avere sempre un capo indosso comodo e che veste bene. Ora ne vediamo alcuni dei più classici: MANICA CORTA CON FINTO RISVOLTO - costruire la cuffia manica idonea al corpetto al quale andrà applicata - stabilire la lunghezza desiderata sul prolungamento di AB, punto M - tracciare una linea parallela alla linea CD e passante per M. Questa sarà la linea fondo manica - abbassare, dai punti C e D due perpendicolari a CD che intersecano la linea fondo manica nei punti N e O - determinare la larghezza fondo manica, N1 e O1 come di consueto - tracciare una linea parallela al fondo manica e distante da esso la misura desiderata per il risvolto ( ad esempio cm 3), linea XY - tagliare lungo la linea XY e distanziare di 2 o 3cm le porzioni 1 e 2 per la formazione di una piegolina - tracciare, dai punti X e Y, due perpendicolari alla linea XY di misura pari al doppio del risvolto, punti W e K - unire W con N1 e K con O1 - unire W con K determinando la porzione di tessuto da ripiegare all’interno (l’ultima figura mostra la formazione del risvolto in fase di confezione) Il secondo schema mostra invece una MANICA CORTA CON PIEGONE VERTICALE, semplicissimo da realizzare. - stabilire la lunghezza desiderata sul prolungamento di AB, punto M - determinare la larghezza fondo manica - dividere in due porzioni la manica sulla linea AM - distanziare le due porzioni creando la profondità della piega desiderata MANICA A PALLONCINO Questo modello di manica è caratterizzato da un volume, determinato da una arricciatura o da una serie di piegoline, eseguite sia sulla cuffia che sul margine inferiore. Sulla linea fondo manica che si ferma solitamente poco sopra il gomito, si applica un listino o una coulisse. - tracciare delle linee equidistanti e parallele alla linea AM - tagliare le strisce così ottenute e distanziarle di una misura che varia in relazione al volume desiderato - ridelineare il contorno della manica innalzandosi sul punto A di 1 o 2cm, punto A3 Il listino si costruisce come un polsino (lo vedremo presto, quando impareremo a costruire il cartamodello base della camicia). Si utilizza la circonferenza braccio sul livello della lunghezza manica aumentata di 2 o 3cm. MANICA MEZZO PALLONCINO In questo modello un aumento del volume della manica va eseguito solo sul margine inferiore. Quindi effettuare anche in questo caso dei tagli verticali che però andranno aperti solo nella parte inferiore, come illustrato dalla figura. Al contrario, si può ottenere una manica detta anch’essa a mezzo palloncino, aumentando il volume solo sulla cuffia. Il punto A va innalzato di 1 o 2cm per aumentare l’effetto. Analogamente, sull’altra estremità, si abbassa da M di 1 o 2cm e ridelineare la linea di fondo. * In entrambi i casi, l’entità delle aperture varia sempre in relazione all’effetto desiderato.

lunedì 20 giugno 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 33. IL MODELLO BASE DELLA MANICA A GIRO corpino lento e semilento

Nella lezione N.30 avevamo visto la costruzione della manica base per corpino modellato, vediamo oggi come si costruisce la manica per corpini lenti o semilenti. Si procede così: - tracciare una semiretta verticale, con A come origine - riportare su tale semiretta, dal punto A, la misura relativa ai 2/3 della misura AB (livello ascellare) del corpino modellato, ottenendo il punto B - tracciare una linea perpendicolare ad AB passante per B - riportare sull’orizzontale dal punto B, verso sinistra, la misura AB della manica aumentata di 2,5 cm, punto C; mentre verso destra, punto D, la stessa misura AB aumentata di 2 cm - determinare il punto A1 sulla perpendicolare ad AB per A, a distanza da A, verso destra, uguale a 2 cm aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità - determinare il punto A2 sulla perpendicolare ad AB per A, a distanza da A, verso sinistra, di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità (viene tenuto conto del grado di vestibilità solo se il suo valore è positivo); nel grafico il punto A2 è coincidente con A ( la coincidenza è rappresentata graficamente dai tre trattini sovrapposti ) in quanto il grado di vestibilità assunto è uguale a zero - unire C con A2 e D con A1 - individuare il punto E a metà di A2C, il punto F a metà di A2E e il punto G a metà di CE - individuare il punto F1 ed il punto G1 sui due tratti, uscenti da F e G, perpendicolari ad A2C, a distanza, rispettivamente di 1,5 cm e 2 cm da questi - individuare il punto H a 2/3 di A1D, il punto I a metà di A1H e il punto L a metà di DH - individuare il punto I1 ed il punto L1 sui due tratti, uscenti da I e L, perpendicolari ad A1D, a distanza di 1cm da questi Con l’unione dei punti A,I1,H,L1 e D si delinea il profilo della cuffia della parete posteriore della manica, mentre, unendo i punti A, F1, E, G1 e C, si ottiene la sua delineazione nella parte anteriore ( vedi grafico ). La buona riuscita della caduta della manica dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione del colmo manica, inoltre, in fase di confezione, il punto A deve coincidere con il punto M3 del corpino. Per completare si procede come nella manica a giro per corpino modellato ( lezione 30 ).

lunedì 13 giugno 2011

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 13. ANNI 20-30 seconda parte


Anni 30. Analisi del costume



Capi da spiaggia di cotone stampato.
Si diffondono gli sport e gli abiti si adattano alle varie esigenze.


Le cinture in vita sono chiuse da grandi fibie metalliche.
Gli abiti hanno un tono essenziale e militaresco.


Le scollature degli abiti da sera si fanno si fanno profonde e sempre più a V.
Si torna ai drappeggi morbidi con un accenno di coda.

Completi in tweed-jersey adatti per la vita attiva in città e per la vacanza in campagna.

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 13. ANNI 20-30



Con Chanel e Schiaparelli abbiamo attraversato gli Anni 20 e 30. A questo punto credo sia necessario sintetizzare, attraverso un po’ di immagini, le caratteristiche principali di questo ventennio.


Anni 20. Analisi del costume






La linea femminile, in precedenza rotonda, si modifica in tubolare.
Non ci sono né larghezze, né strettezze superflue.

Predomina una semplicità di linea non priva di grazia e di finezza.




Collane di perle lunghe e assai vistose appaiono al collo.

Per la prima volta appaiono le calze trasparenti, di leggerissima seta rosa, ed è subito scandalo.





Nasce lo stile alla Garçonne. I cappelli si riducono e si afferma la voga di tagliare i capelli corti a caschetto, lisci oppure mossi dalla permanente.





Volumi geometrici e squadrati impongono una donna con un nuovo tipo di fisico,

il corpo piatto e scarno che tende al mascolino.




venerdì 6 maggio 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 32. TORNIAMO UN ATTIMO AL CORPETTO !! parte 2

IL CORPINO LENTO Il corpino lento è un capo che scende morbidamente sul corpo senza metterne troppo in risalto le forme. Si tratta di un modello-base utilizzato per realizzare capi non modellati o leggermente modellati (semilenti); con piccoli scarti e riprese si può ottenere il tipo di modellatura desiderata. Si possono fare riprese nella parte anteriore, fare scrti sui fianchi, riprese nella parte posteriore o nel centro schiena. COSTRUZIONE - disegnare un angolo retto con vertice in A
- riportare sulla verticale per A, che rappresenterà la linea del centro dietro, alcune misure di lunghezza: livello ascellare aumentato di 0,5 cm (AB), livello vita posteriore diminuito di 1 cm (AC) - prolungare la verticale AC di 1 cm, ottenendo C1 - tracciare dai punti B e C due linee perpendicolari alla linea AC - riportare sull’orizzontale per A la misura della semicirconferenza seno aumentata di 1,5 cm ottenendo il punto D - tracciare, dal punto D, una perpendicolare che incontra la linea della vita nel punto E (linea del centro davanti) - riportare orizzontalmente dal punto F, una perpendicolare alla linea BF e contrassegnare con G il punto d’incrocio con l’orizzontale per C; la linea FG ottenuta costituisce la linea del fianco che divide la parte anteriore dalla parte posteriore - riportare sull’orizzontale per B a partire da F verso il centro davanti, un segmento di lunghezza pari a metà larghezza ascellare aumentata di 0,25 cm, ottenendo il punto I, e verso il centro dietro un segmento di lunghezza pari a metà larghezza ascellare diminuita di 0,25 cm, ottenendo il punto H - tracciare dai punti I e H due perpendicolari alla linea BI fino a intersecare l’orizzontale per A nei punti L e M. L’area HILM determina il settore ascellare - riportare dal punto A, verso sinistra, la misura dello scollo diminuita di 0,3 cm, punto N, e la metà larghezza spalle, punto M1 - tracciare dai punti appena individuati (N e M1) due segmenti perpendicolari, il primo verso l’alto e il secondo verso il basso - individuare a 2,5 cm da N il punto N1 e, partendo da questo, riportare la misura cucitura spalle fino ad intersecare il segmento partente da M1 ottenendo il punto M2 - unire, con linea curva, i punti N1 e A per la delineazione dello scollo posteriore - delineare il giro manica unendo il punto M2 e F passando dal punto H1 posto ad ¼ di HM - individuare il punto M3 ad 1 cm da M2 sulla linea del giro manica - misurare dal punto D verso destra la misura dello scollo diminuita di 1 cm, ottenendo il punto O - riportare sulla verticale per D la misura dello scollo, punto Q, e il livello vita anteriore, punto E1 (nuovo livello vita) - unire C1 con G e E1 con G (questi ultimi con una linea leggermente curva) per delineare la linea della vita definitiva - riportare verticalmente, dal punto L, 5,5 cm e segnare il punto L1 - tracciare dal punto L1 un segmento perpendicolare alla linea LL1 - riportare dal punto O la misura della cucitura spalla fino ad incontrare il segmento perpendicolare alla linea LL1 ottenendo il punto P - abbassare una perpendicolare dal punto m di misura corrispondente ai 2/3 della linea L1I, trovando il punto P1 - spostarsi dal punto P1 verso sinistra di 1 cm, punto P2 - delineare il giro manica anteriore unendo P con F e toccando il punto P2

martedì 5 aprile 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 31. TORNIAMO UN ATTIMO AL CORPETTO !! parte 1

Nella lezione precedente ho illustrato come si costruisce una manica a giro base per corpino modellato. Ora, prima di spiegare come si crea una manica per corpino lento o semilento, credo sia necessario chiarire quali siano le differenze tra questi due corpetti, come si realizzano e come si utilizzano.
IL CORPINO MODELLATO Un corpino modellato veste il busto del corpo femminile ricalcandone le forme mediante riprese e scarti. La costruzione grafica base permette la realizzazione di un capo perfettamente aderente al corpo. Applicando idonei e diversi gradi di vestibilità si potranno ottenere svariati capi, abiti, giacche o anche cappotti, più o meno aderenti, ma aventi comunque contorni che sottolineano le forme anatomiche femminili. Vediamo prima la costruzione base e poi la modellatura.
COSTRUZIONE BASE - disegnare un angolo retto con vertice in A - riportare sulla verticale per A, che rappresenterà la linea del centro dietro, alcune misure di lunghezza: livello ascellare AB, livello vita posteriore diminuito di 1 cm AC - tracciare dai punti B e C due linee perpendicolari alla linea AC - riportare sull’orizzontale per A la misura della semicirconferenza seno aumentata di 1,5 cm ottenendo il punto D - tracciare una perpendicolare ad AD per D, che incontra la linea della vita nel punto E (linea del centro davanti) - riportare orizzontalmente dal punto B, una lunghezza pari a metà semicirconferenza torace aumentata di 1 cm, punto F (livello ascellare o linea del torace) - tracciare, partendo dal punto F, una perpendicolare alla linea BF e contrassegnare con G il punto di incrocio con l’orizzontale per C; la linea FG ottenuta costituisce la linea del fianco che divide la parte anteriore dalla parte posteriore - riportare sull’orizzontale per B, a partire da F verso il centro dietro, la metà larghezza ascellare diminuita di 0,25 cm, ottenedo il punto H e verso il centro davanti, la metà larghezza ascellare aumentata di 0,25 cm, ottenendo il punto I - tracciare dai punti H e I due perpendicolari alla linea BI fino a intersecare l’orizzontale per A, nei punti L e M. L’area HILM determina il settore giro ascellare MODELLATURA POSTERIORE - riportare dal punto A, verso sinistra, la misura dello scollo, diminuita di 0,3 cm, punto N e la metà larghezza spalle, punto M1 - tracciare dal punto appena individuato N, un segmento perpendicolare ad AL, verso l’alto - individuare a 1,5 cm da N, il punto N1 - unire, con linea curva, i punti N1 e A per la delineazione dello scollo posteriore - riportare dal punto A verso sinistra la metà larghezza spalle, punto M1 - tracciare dal punto M1, verso il basso, un segmento perpendicolare ad AM1 - riportare, partendo dal punto N1, la misura cucitura spalle fino ad intersecare il segmento originato da M1, ottenendo il punto M2 - segnare il punto H1 ad ¼ della distanza HM - delineare il giro manica unendo il punto M2 e F passando dal punto H - trovare, a metà di AB, il punto A1 - costruire lo scarto, lungo la linea del centro dietro (scarto centro schiena) la cui entità è di 2,5 cm al livello della vita, distanza CC1 - unire A1 con C1 prolungando la linea di 1 cm, punto C2 - delineare la linea del fianco, scostandosi da G verso il centro dietro di 1,5 cm sulla linea vita, punto G1 - unire F con G1 e C2 con G1 - costruire perpendicolarmente al segmento CG e passante per il punto medio di C2G1, punto a, una ripresa di 2 cm (punti b e c) fermandola a 3 cm dalla linea del livello ascellare, d1 (adattare in modo che la misura cd1 sia uguale a bd1) MODELLATURA ANTERIORE - misurare dal punto D verso destra, la misura dello scollo diminuita di 1 cm ottenendo il punto O - riportare, verticalmente dal punto L, 4,5 cm e segnare il punto L1 - tracciare dal punto L1 un segmento perpendicolare alla linea LL1 di 4,5 cm, punto P - unire O con P ottenendo la linea spalla anteriore - delineare il giro manica anteriore unendo P con F e toccando la linea IL1 ad 1/3 della sua altezza, punto I1 (un valido aiuto è fornito dall’individualizzazione di un punto sulla bisettrice dell’angolo in I:II2 = 1/2 IF - 0,5 cm) - riportare sulla verticale per D la misura dello scollo, punto Q, il livello seno, punto R e il livello vita anteriore, punto E1 - tracciare dal punto R un segmento perpendicolare alla linea del centro davanti e riportare su questo metà distanza seni, punto R1 - segnare su OP, a 5 cm da O, il punto S; lo scarto ST è di misura pari alla differenza tra la misura N1M2 della parte posteriore e la misura OP - unire il punto R1 con S e T, delineando lo scarto superiore del seno; riportare quindi la misura R1S su R1T ottenendo T1 - unire T1 con P - modellare lo scarto superiore del seno, spostandosi, a circa 1/3 della sua misura da R1 di 0,3 cm (misura non fissa) e tracciando le linee R1S e R1T - tracciare una perpendicolare a DE1 da E1 (linea della vita) - abbassare una perpendicolare dal punto R1 che incrocia la linea della vita dal punto U; tale linea segna il posizionamento della ripresa inferiore del seno - scartare, sulla linea vita U, 5 cm, 2 cm a sinistra e 3 cm a destra, ottenendo e e f - unire R1 con e e con f, modellando come mostra il grafico - scartare 1,5 cm da G, ottenendo G2 - unire G2 con F per delineare la linea del fianco - unire G2 con f con una linea leggermente curva
MISURE NECESSARIE . circonferenza torace . livello ascellare . livello vita posteriore . scollo . livello seno . livello vita anteriore . larghezza spalle . cucitura spalla . circonferenza seno . distanza seni . circonferenza vita

giovedì 10 marzo 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 30. IL MODELLO BASE DELLA MANICA A GIRO corpino modellato

La costruzione della manica a giro va fatta in relazione al tipo di corpetto a cui va applicata, se modellato, lento o semilento, camicia classica o casual. Si utilizza, quale misura fondamentale di riferimento, il livello ascellare, comprensivo dei valori di vestibilità, se previsti.
Si procede così: . tracciare una semiretta verticale, con A come origine . riportare su tale semiretta, dal punto A, la misura relativa ai 2/3 del livello ascellare + 0,5, ottenendo il punto B . tracciare una linea perpendicolare ad AB passando per B . riportare sull’orizzontale dal punto B, verso sinistra, la misura AB della manica aumentata di 1,5 cm, punto C; mentre verso destra, punto D, la stessa misura AB aumentata però di 1 cm . determinare i punti A1 e A2 sulla perpendicolare ad AB per A, il primo a distanza da A, verso destra, uguale a 2 cm aumentati di 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità applicato al capo; il secondo, verso sinistra, uguale a 0,25 cm moltiplicati per il grado di vestibilità. Nel grafico il punto A” coincide con A ( simbolo: tre trattini sovrapposti ) in quanto nella costruzione della manica base non si tiene conto del grado di vestibilità, cioè è uguale a 0 . unire C con A2 e D con A1 . individuare il punto E a metà di A2C, il punto F a metà di A2E e il punto G a metà di CE . individuare il punto F1 ed il punto G1 sui due tratti, uscenti da F e G e perpendicolari ad A2C a distanza di 1,5 cm da questi . individuare il punto H a metà di A1D, il punto I a metà di A1H e il punto L a metà di DH . individuare il punto I1 ed il punto L1 sui due tratti, uscenti da I e L e perpendicolari ad A1D, a distanza, rispettivamente, di 1,5 cm e 1 cm da questi.
Con l’unione dei punti A,I1,H,L e D si delinea il profilo della cuffia della parte posteriore della manica, mentre unendo AF1,E,G1 e C si ottiene la sua delineazione nella parte anteriore. La buona riuscita della caduta della manica, dipende fondamentalmente dalla precisa esecuzione di questo colmo manica e dalla perfetta coincidenza, in fase di confezione, del punto A con l’estremità della cucitura spalla. Per assicurarsi un buon livello di precisione nella fase di confezione, molto utili sono le tacche, anzi direi fondamentali. Le tacche sono dei segni che si fanno sia sul giro manica nel cartamodello del corpetto, sia sul colmo manica nel cartamodello della manica. Quando andremo ad unire i due pezzi di stoffa, questi segni, che saranno dei taglietti, dovranno perfettamente coincidere tra loro. Le tacche si fanno sul giro davanti ( a 8/9 cm dal punto C) e sulla linea della spalla (punto A).
Per completare il grafico della manica occorre: . prolungare la linea AB, oltre B, e riportare dal punto A la misura lunghezza della manica, ottenendo il punto M . tracciare dai punti C e D due perpendicolari alla linea CD che incontrano la retta orizzontale passante per il punto M, nei punti N e O, ripettivamente . Scartare, distribuendola metà per parte sugli estremi della linea NO, la differenza tra la misura NO e la larghezza fondo manica desiderata, ottenendo i punti N1 e O1 . unire il punto C con N1 e il punto D con O1, ottenendo la linea di cucitura interna della manica. L’estremità superiore di tale linee coinciderà, in fase di confezione, con l’estremità della cucitura del fianco del capo. ** Questo metodo di costruzione l'ho preso dal libro: La modellistica dell'abbigliamento. 3 volumi. Ed. tecniche nuove E' un ottimo manuale di modellistica, normalmente utilizzato negli instituti professionali del settore moda e dagli istituti tecnici per la confezione.

venerdì 18 febbraio 2011

Lezioni di cucito dal libro della nonna 29. IL CORPETTO

Prima di affrontare il cartamodello base della camicia vorrei farvi vedere alcuni modelli di corpetto che si possono realizzare modificando il cartamodello base della blusa.. Ho guardato le passarelle delle collezioni primavera-estate 2011 ed ho estrapolato alcuni modelli che reputo interessanti perchè molto diversi tra loro... I cartamodelli base, si possono trasfomare in infiniti modi, si possono costruire canottiere, bluse morbide, maglie lunghe, corte, strette o larghe... non ci sono limiti alla fantasia.

Philip Lim
Rachel Comey
Moncler Game Rouge
Guy Laroche
D&G
Chanel
Celine
Antonio Marras
ADAM