lunedì 10 marzo 2014

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 40...aspettando il film sulla vita di Yves Saint Laurent!!

Mi stavo dimenticando di ricordarvi che a fine mese uscirà il film 
YVES SAINT LAURENT diretto da Jalil Lespert con Pierre Niney e Guillaume Gallienne 



IL film è un libero adattamento dell'opera omonima di Laurence Benaim.
Sarà nelle sale dal 27 Marzo ... io andrò sicuramente a vederlo !!! 

Storia della moda. Lezione 28. YVES SAINT LAURENT quarta parte: Le collezioni



























Noi gustiamo musiche delicate, bei quadri e mille squisitezze; ma non sappiamo quanto esse sono costate, ai cratori, di insonnie, di pianti, di risa spasmodiche, orticarie, asme, epilessia, e quel terrore della morte che è la cosa peggiore di tutte, e che forse voi conoscete, signora.    
Alla ricerca del tempo perduto, Marcel Proust




Yves Saint Laurent torna a Parigi nel 1962 e apre il suo atelier al numero 30 di Rue Spontini, al limitare del Bois de Boulogne. Alle presentazione della sua prima collezione  tutti i presenti rimangono molto colpiti dalla qualità della fattura dei suoi abiti. Le linee sono stilizzate, molto semplici e prive di fronzoli; l'idea di vestire la donna con i pantaloni solleva molte discussioni, pone immediatamente lo stilista fuori dagli schemi del momento, facendo di lui un vero e proprio rivoluzionario. Il suo desiderio era quello di dare alla donna una nuova dimensione di libertà, permettendole di poter finalmente scegliere cosa indossare. In tutta la sua carriera uguale peso per lui avranno la cura sartoriale e la voglia di sovvertire le regole. Fu il primo stilista a trasferire dal guardaroba maschile a quello femminile alcuni capi d'abbigliamento come lo smoking e il blazer.


Negli anni a seguire presenterà una via l'altra collezioni indimenticabili che faranno di lui uno degli stilisti più famosi e rivoluzionari del suo secolo; per cinquant'anni sarà il simbolo dell'eleganza e dello stile nel mondo, un esempio di innovazione nell'alta moda e nel prêt-à-porter, creatore di una casa di moda che ha segnato un pezzo di storia.


Nel 1965 dedica un'intera collezione a Mondrian ( 1872-1944 pittore olandese, importante esponente del movimento artistico De Stijl ) approfondendo il binomio arte-moda che in quegli anni non era ancora diventato un clichè da passerella colta e radical chic, ma un momento di immaginazione appassionata che poneva al centro ricerca, innovazione e un serio rischio imprenditoriale.



Nel 1967 presenta la collezione Africa dando vita a look mai visti in precedenza: estremi e visionari,  come il famoso reggiseno angolare e appuntito di rafia e lino grezzo, e i bracciali e accessori di ebano e avorio, quando le acquirenti dell'alta moda pensavano ancora al filo di perle bon ton e ai diamanti.


YSL era nato in Algeria ed era innamorato del Marocco, lui conosceva le culture etniche e sapeva, attraverso il suo i genio e la sua abilità, come adattarle al contemporaneo. Gli abiti tradizionali africani non venivano da lui smorzati  ne tantomeno addolciti per introdurli  nel look occidentale, ma al contrario venivano proposti in tutta la loro forza. Probabilmente una scelta artistica e politica allo stesso tempo; lui era in grado di guardare le diverse culture senza contemplarle ne offenderle, ma le trasportava nel proprio mondo e nel proprio immaginario esaltandole.




Nel 1976 il New York Time definisce la sua collezione Russa "rivoluzionaria e destinata a cambiare il corso della moda". Per realizzarla aveva osservato gli abiti tradizionali dei  russi  del XX secolo e i famosi balletti di Léon Bakst ( 1866-1924 scenografo, illustratore e pittore russo, divenne famoso creando le scene e i costumi per Sergej Djagilev e i suoi Balletti russi, riuscendo a coniugare la raffinatezza del simbolismo francese con la traduzione russa ) L'anno seguente viene presentata la collezione cinese che prendeva ispirazione dagli abiti cinesi imperiali. Entrambe le collezioni, opulente ed ambiziose, con il i loro colori inebrianti, furono lette come un chiaro monito politico alle grigie dittature che vigevano su entrambi i paesi e facevano appello ad un ritorno al loro passato più autentico.


 Nel 1971 presenta la collezione Forties, la prima retrospettiva completa di un periodo storico preciso, l'ormai conclamato retrò che si è economizzato nel vintage attuale. La collezione si ispirava agli '40, gli intellettuali francesi la considerarono un apologia degli anni bui del nazi-fascimo ma divenne particolarmente rilevante nella storia del costume. YSL cambiò l'atteggiamento della moda verso la storia, presentandola come interessante piattaforma di idee e rielaborazioni; era la prima volta che un couturier proponeva una riflessione distaccata e brillante sul buono che la storia del costume lasciò in quegli anni. 


 Già nel 1980 la produzione di Yves Saint Laurent è talmente ampia e significativa da meritarsi una retrospettiva al Metropolitan Museum di New York e nel 1989 il marchio entra in borsa. Dieci anni più tardi la maison viene acquistata da Francois Pinaut e divisa in due: la linea prêt-à-porter viene accorpata al Gruppo Gucci e affidata alla direzione creativa Tom Ford, mentre l'Haute Couture rimane sotto il controllo diretto di Pinault, alla condizione che Saint Laurent continui a creare e firmare tutte le collezioni. Nel 2002 la YSL Haute Couture viene chiusa definitivamente e YSL ormai anziano annuncia in una commuovente conferenza stampa che avrebbe lasciato l'alta moda. Dopo una lunga malattia si spegne a Parigi la notte del 1 giugno 2008, all'età di 71 anni. 

























Oggi la Fondation Pierre Bergé in Avenue Marceau, un tempo quartier generale dello stilista, costituisce il prolungamento della storia della Maison Saint Laurent. Dopo i lavori di ristrutturazione la Fondazione apre nel 2004. Oltre a conservare più di 5000 abiti di Haute Couture, gli accessori, gli oggetti, i disegni e i bozzetti che testimoniano i tanti anni di lavoro dello stilista, organizza mostre di moda, pittura e fotografia. 




lunedì 17 febbraio 2014

Storia della moda. Lezione 27. YVES SAINT LAURENT terza parte: L' ALBUM DA COLORARE



L'album da colorare di Gallucci Editore riassume molto bene lo spirito che ha caratterizzato la carriera di YSL. E' un viaggio giocoso e significativo tra i disegni più preziosi del mitico couturier messi a disposizione dalla fondazione Pierre Bergé-YSL di Parigi, dove è custodito tutto l'archivio della Maison.

Il volume mostra, attraverso una impaginazione ludica ma accurata, gli schizzi più rappresentativi delle collezioni che hanno fatto la storia della moda. Sfogliandolo si possono ammirare bozzetti ancora inediti e ci si può divertire a colorarli o a reinventarli. Un album adatto a tutte le età che ci aiuta a comprendere quanto fosse complessa e meravigliosa la capacità creativa di uno dei più importanti stilisti del 1900. 



Album da colorare (Coloring book) Yves Saint Laurent, Gallucci editore €12.00


domenica 19 gennaio 2014

Storia della Moda. Lezione 26. YVES SAINT LAURENT seconda parte



                             L'AMOUR FOU un film di Pierre Thoretton 
Documentario in lingua francese, disponibili i sottotitoli in italiano.
DVD + libro L'amore è un dardo a cura di Alessandro Bignami

per Feltrinelli Real Cinema


L'Amour fou è un documentario di Pierre Thoretton presentato nel 2010 al festival del cinema di Roma. La voce narrante appartiene al compagno di tutta una vita Pierre Bergè. 
Yves Saint Laurent e Pierre Bergè si incontrarono per la prima volta nel 1957, il giorno del funerale di Christian Dior, e non si lasciarono mai più. Bergè era un commerciante d'arte, un uomo d'affari di grande fiuto che comprese subito il talento di Saint Laurent. Vissero insieme cinquant'anni e condivisero il loro amore per l'arte collezionando oggetti meravigliosi e col tempo la loro casa divenne un vero e proprio museo. L'arte fu la loro passione comune. YSL alimentò anche il suo lavoro di couturier con l'arte e portò sulle passarelle Mondrian, Picasso, Delacroix, Braque, Matisse, dando vita a creazioni indimenticabili. 

Il film ripercorre la carriera di Saint Laurent e procede mostrando spezzoni di vita e momenti particolarmente significativi e di successo commuoventi. Attraverso immagini rare e materiale esclusivo il regista ci guida in un viaggio attraverso il successo e la solitudine. Yves si presenta come un uomo gentile, schivo, introverso e sensibile.  Ama la letteratura ed è un assiduo lettore di Proust, in particolare della sua fantastica opera "Alla ricerca del tempo perduto". Le persone che gli sono state più vicine lo hanno definito un uomo senza pace, nevrotico, che avvertiva molto la fatica del vivere, attanagliato da crisi esistenziali che lo portavano a cercare sollievo nell'alcol, nella droga e nell'isolamento fino alla depressione. Sarà lui stesso durante la conferenza stampa che annunciò la sua decisione di ritirarsi a vita privata, a fare una sorta di confessione su stesso, dichiarando di essere passato attraverso il ricovero in diverse cliniche psichiatriche. 

Il film finisce con Pierre Bergè che dopo la morte del compagno decide di mettere all'asta tutti gli arredi, i suppellettili e la loro intera collezione di opere d'arte. 




martedì 14 gennaio 2014

Storia della moda nel XX secolo. Lezione 25. YVES SAINT LAURENT prima parte



Yves Henri Donat Mathieu Saint-Laurent è nato a Orano in Algeria il 1° Agosto 1936 da un'aristocratica famiglia di origine Alsaziana lì stabilitasi a causa della guerra franco-prussiana. Giovanissimo si trasferisce a Parigi dove si diploma all'Ecole de la Chambre Syndacale de la Couture. Il suo ingresso nel mondo della moda avviene nel 1957 quando solo ventunenne e già assistente di Dior viene chiamato a succedere al maestro morto di infarto durante una vacanza in Italia ( vedi post del 7 Aprile 2013: La Maison Dior dopo Christian Dior ) 

Ragazzo diligente e appassionato non si lascia intimorire dal difficile compito e si getta a capofitto nel lavoro. La sua prima collezione viene presentata il 30 gennaio 1958 e fa scalpore per l'estro irriverente e politicamente scorretto che sfidava il conformismo dell'epoca. Il New York Herald Tribune scriveva “ la più grande orgia dei sensi della storia della moda”. Il giovane stilista presentò abiti a linea trapezoidale, dando leggerezza giovanile alla opulenza e raffinatezza tecnica del taglio del re della moda appena scomparso. YSL venne subito considerato come il più promettente dei giovani della moda.




Per due anni lavora con successo per la Maison ma ben presto iniziano ad emergere le prime considerevoli differenze tra il pensiero di Dior e quello del suo successore. Dior aveva sempre pensato ad una donna adulta, molto femminile, dall'eleganza atemporale mentre il giovane Saint Laurent voleva metterla al centro di quegli anni Sessanta anarchici e turbolenti, e rinnovava la moda arricchendola di elementi della cultura giovanile. Nel 1960 portò sconcerto quando aprì le porte della Maison allo stile beat, che sembrava piombato lì direttamente dalla strada: giubbotti di pelle nera, gonne strette e maglioni a collo alto proprio come quelli indossati dagli studenti più ribelli della riva sinistra della Senna. Coincidenza vuole che proprio in quell'anno viene chiamato dalla sua patria di origine per svolgere il servizio militare e Boussac, il magnate dell'industria tessile che con i suoi soldi aveva reso possibile l'impero Dior, prende le distanze da YSL e ne approfitta per sostituirlo, mettendo al suo posto il meno audace Marc Bohan.


Due anni dopo YSL rientra a Parigi e con l'aiuto di Pierre Bergé, mercante d'arte, uomo d'affari e amico, apre il suo Atelier in Rue Spontini e il successo è immediato.